Questa mattina mi è capitata sotto mano una vecchia foto di quando gareggiavo.
Non so se lo sai ma ho un passato come agonista di aerobica da competizione, uno degli sport più emblematici nel mondo dell’aerobica.
Introdotta da Jackie Sorensen negli anni ’70, questa disciplina ha aiutato a diffondere il fitness nelle palestre di tutto il mondo.
Le competizioni si svolgono in modo molto simile a quelle del corpo libero della ginnastica artistica: bisogna svolgere una coreografia a corpo libero su una pedana del tutto simile a quella utilizzata dai ginnasti, con una musica in sottofondo.
Ebbene, se hai avuto un passato sportivo sai benissimo cosa significa entrare in un palazzetto e sentire il tuo nome pronunciato dallo speaker.
Ricordo ancora oggi quella sensazione di tensione, il cuore che batte forte e le mani che iniziano a sudare.
E tutto iniziava molto prima di salire sulla pedana. Già appena entrato nel palazzetto, quando ad accoglierti c’era quell’odore tipico.
O addirittura la sera prima, quando la gara era in trasferta.
Spesso infatti capitava di dover gareggiare dall’altra parte del Brasile, e per forza di cose dover passare la notte fuori.
Ricordo in particolare i campionati italiani, a San Paolo, a tot km da casa.
A quell’epoca non avevamo molti soldi, e le spese della gara erano tutte a carico nostro.
Quindi si cercava di risparmiare tutto quello che si poteva, e la spesa dell’albergo era la prima che cercavamo di tagliare.
Quella volta avevamo la fortuna che delle nostre amiche, anche loro iscritte alla stessa gara, abitassero vicino al palazzetto.
E come spesso accadeva ci hanno ospitato a casa loro per la notte.
Eravamo in squadra io, Arley Marques e Trajano Ferrari.
Arley era il fratello di un presenter molto famoso, nome, mente Trajano è rimasto un mio carissimo amico, e tuttora lavora con me.
La cosa che mi è rimasta più impressa di quella gara è stata la sera prima.
Una serata che mi ha insegnato molto sul significato dell’ansia e sulla sua gestione.
Come sempre la sera prima della gara è ricca di emozioni.
Tensione, euforia, ansia.
Attimi di eccitazione che si alternano ad altri di sconforto. Momenti in cui ti senti il re della pedana che subito lasciano il campo all’insicurezza di chi ci sale per la prima volta.
In più il fatto di stare a casa con delle altre persone iscritte alla stessa competizione aumentava questo senso di ansia.
Allora ancora non sapevo come gestirla.
Ma ricordo molto bene che i miei compagni di squadra erano molto diversi da me in questo.
Arley era quello che la viveva sicuramente peggio di tutti. Non riusciva a dormire, girava come una mina vagante e attaccava briga con chiunque incontrasse.
Io ero un po’ più tranquillo, ma anche io non riuscivo a prendere sonno.
L’unico che dormiva come un bambino era Trajano.
Sembrava che l’ansia non sapesse nemmeno cosa fosse.
Il giorno dopo andammo in pedana, e presi dall’emozione non riuscimmo ad esprimere una grande performance.
Ottenemmo a stento un quinto posto.
Con il senno di poi, di tutti questi anni di esperienza maturati da allora, ho capito che l’ansia è la vera nemica di qualsiasi prestazione.
Che si tratti si una gara oppure di un colloquio di lavoro, di un esame o di una presentazione, se ti lasci prendere dall’ansia ottieni una prestazione a dir tanto mediocre, come la nostra a quella gara.
Quello che invece aiuta ad imparare a gestirla, è cercare di mettersi alla prova ogni giorno.
Accogliere tutte le sfide, cercare di uscire dalla propria zona di comfort ogni volta che ne capita l’occasione.
E proprio grazie a quest’esperienza maturata, e all’aver capito l’importanza di questo aspetto ho costruito il metodo Cross Cardio proprio includendolo tra i principi cardine.
Dai un’occhiata ai workout che postiamo tutte le settimane online, prova ad allenarti con noi e toccherai con mano tu stess@ di cosa sto parlando.