Un paio di settimane fa leggevo l’intervista rilasciata da Nokak Djokovic alla BBC News.
Come sapete, il tennista numero 1 al mondo di recente ha fatto scalpore con la sua scelta di rinunciare al prestigioso torneo Australian Open, valevole per il circuito del Grande Slam
Motivazione: il suo rifiuto a fare il vaccino.
La vicenda è stata anche abbastanza rocambolesca, con il serbo che ha provato (talvolta in maniera anche abbastanza patetica per uno nel suo ruolo) ad aggirare le norme anti covid del continente australiano per partecipare al torneo
Ma di fronte allo stop definitivo delle autorità aeroportuali e degli organizzatori del torneo, ha deciso di rimanere coerente con la sua scelta e rinunciare alla competizione (e forse a questo punto anche alla sua carriera)
Devo dire che ho letto con grande curiosità le dichiarazioni rilasciate al notiziario inglese.
Un po’ perché ho ripensato alla mia intervista, sempre allo stesso broadcast. Peraltro sullo stesso grande tema del Covid 19. Anche se da un punto di vista completamente opposto, dal momento che io ho dell’impegno concreto di Cross radio nell’aiutare le persone nel durissimo periodo del Lock down
Ma la mia curiosità era ben più profonda di una semplice comunanza con un campione di questo calibro
Ero bramoso di scoprire che cosa portasse un atleta di così alto livello a prendere una decisione del genere, che potrebbe tranquillamente costargli la carriera.
Inizialmente ho pensato che potesse essere una manovra pubblicitaria per accrescere la sua immagine. Credevo volesse emulare quello che fece Muhammad Ali nel 1967, quando rifiutò di arruolarsi nell’esercito americano per combattere in Vietnam. Decisione che gli costò 3 anni, 7 mesi e 4 giorni di stop dall’agonismo e milioni di dollari di borse perse. Ma che lo trasformò in un simbolo, proiettando la sua immagine ben oltre il pugilato e ben oltre lo sport
Tuttavia la differenza tra le due vicende è abbastanza evidente. Ali ha combattuto per la causa della pace nel mondo e per il riconoscimento dei suoi diritti religiosi, Djokovic per la paura di fare un vaccino.
Al di là delle opinioni personali sul vaccino e sull’intera vicenda in generale, quello che ho letto mi ha lasciato di sasso.
Infatti il tenista serbo ha dichiarato di non essere no vax, ma semplicemente di reclamare il suo diritto a decidere cosa inserire nel proprio corpo
Lui infatti come tutti i grandi campioni, ha un livello di sensibilità nei confronti del suo corpo per chiunque inimmaginabile
Che nel gergo tecnico si chiama PROPRIOCEZIONE
Il dizionario Treccani definisce la propriocezione come
“Insieme delle funzioni deputate al controllo della posizione e del movimento del corpo, sulla base delle informazioni rilevate da recettori periferici denominati propriocettori. Tali informazioni sono elaborate all’interno di riflessi spinali volti al mantenimento della corretta postura e a contrastare la forza di gravità.”
Quindi un insieme di informazioni e di input che arrivano costantemente al nostro sistema nervoso per informarlo sulla specifica situazione di quel momento
È chiaro che per essere al top dei ranking mondiali di qualsiasi sport, questa capacità dev’essere sviluppata a livelli veramente estremi
E quindi un atleta di questo calibro diventa particolarmente sensibile anche ai più fini cambiamenti che avvengono nel suo corpo
È in questa cornice che effettivamente il vaccino potrebbe portare delle modificazioni che alterino lo stato di equilibrio normalmente percepito
Come quando vai dal dentista, e ti fa la pulizia dei denti. Per qualche decina di minuti, la sensazione in bocca è strana. I denti sono più puliti, e la loro forma è leggermente cambiata al contatto con la lingua (non essendoci più il tartaro a ricoprili)
E pensa nel caso di un atleta che gioca a livelli mondiali contro i più forti della sua disciplina, che si ritrova di punto in bianco con un corpo di cui ha una sensibilità alterata
È come se ti lanciassi a 200km/h su una strada di montagna, con la tua macchina che guidi da 30 anni, ma avendone modificato la posizione di guida
Non una bella sensazione vero?!
Tutto questo mi ha fatto riflettere molto sul ruolo della propriocezione
Essa è alla base della coordinazione, contribuisce a garantire l’equilibrio, la stabilità e la corretta esecuzione dei movimenti. L’efficacia di ogni gesto che compiamo, da quello più semplice nella vita di tutti i giorni, a quello più complesso (ad esempio un gesto sportivo) è garantita proprio dalla propriocezione. È LA capacità che da sola può fare la differenza tra un atleta d’élite e un amatore
Ti sei mai chiesto come facciano tanti atleti ad avere un controllo così fine di movimenti e dei gesti tecnici, ad eseguirli in modo così efficace e a far sembrare che siano la cosa più naturale del mondo?
Esattamente, la risposta è proprio nella propriocezione (scusa il gioco di parole)
Ma non c’è bisogno di essere degli atleti per beneficiare di questa capacità
Basti pensare a tutti i benefici che un equilibrio maggiore può garantire a tutti, compresi anziani e donne che indossano i tacchi.
E i benefici non si fermano qui.
Infatti questa capacità agisce anche in modo positivo sulla postura, che si traduce in un’immagine migliore e più sicura, e in una salute articolare che ci ringrazia
Una postura scorretta può alla lunga portare a squilibri nella muscolatura, che provocano dolori e infiammazioni fastidiose.
Ti basti pensare al classico mal di schiena che colpisce 15 milioni di italiani (1 persona su 4), e che nella maggior parte dei casi è dovuto ad una posizione sbagliata mentre passi ore seduto al computer al lavoro
Un aspetto forse meno conosciuto ma ancora più interessante è anche quello scoperto dallo psicologo Willem Reich, che ha introdotto il concetto di “armatura caratteriale“. Egli infatti sosteneva che il carattere si esprime negli atteggiamenti posturali, nelle posizioni che si assumono e non solo nelle espressioni e comportamenti tipici della persona. L’armatura caratteriale influenza lo sguardo, il tono della voce, il ritmo delle parole, rendendo una persona sicura oppure insicura e debole agli occhi degli altri
Soltanto modificando la postura, che deriva direttamente dalla propriocezione.
È per questi motivi che nel mio programma Cross Cardio ho scelto movimenti e protocolli che ponessero grande attenzione all’aspetto propriocettivo dei miei allievi
Devi sapere infatti che l’aspetto cardiovascolare del sistema è solo la punta dell’iceberg. In realtà dietro ogni movimento e protocollo c’è uno studio accurato, che ha lo scopo preciso di rendere le lezioni Cross Cardio, non soltanto allenanti, ma migliorative per lo stile di vita di chi sceglie di abbracciarle
Se non ci credi vieni tu stesso a toccare con mano i benefici che puoi sperimentare allenandoti con Cross Cardio, iscriviti per avere tutti i workout miei e dei miei master trainer, direttamente a casa tua!
Clicca qui per avere maggiori informazioni